lunedì 7 marzo 2016

The End - Saluti finali



E' arrivato anche per me il momento dei saluti finali; da oggi lunedì 07 marzo 2016 "La Preferita" non è più con me, non è più mia.

La voglio comunque ricordare al culmine ed in onore ad una grande amicizia che rimarrà, questa, per sempre:

Norge 2014 "The Only Return"


Contestualmente informo il lettore che il presente Blog non sarà più aggiornato; in altre parole si termina qua.

Altre strade ed avventure spero mi aspettino.

Buona Strada "Preferita", non ti rimane altro che rendere felice il nuovo proprietario così come hai fatto con me nel tempo trascorso assieme.

Oscar

domenica 28 giugno 2015

Basic On-Off: Monti Sibillini


L'anno scorso, come peraltro si può leggere dal Post precedente, il Basic venne condotto dall'Amico Paolo in Scandinavia assieme a Regina condotta da me (Norge 2014 Only Return).

Alla fine del viaggio avevo deciso di rimettere il Basic a nudo e con il serbatoio piccolino così come mamma Bmw l'aveva fatta uscire dalla catena di montaggio.

Ma un pensiero mi ronzava in testa già da qualche stagione: il Fargno.



Così mentre spogliavo il Basic dell'unghia, dei paramani, dei telai delle valigie e del portapacchi posteriore, decisi di lasciare il serbatoio grande; contestualmente la sella monoposto invece che negli scatoloni venne lasciata a portata di mano.

Questa estate era quella destinata a percorrere il Fargno, aspettavo solo il momento propizio.

Mi imbatto per puro caso in un Topic sul forum QdE dove è proposta una traversata On-Off sui Sibillini in notturna durante una sera di luna piena ad inizio luglio; non perdo l'occasione e mi faccio avanti con l'organizzatore.
Si chiama Gianluca, è di Loreto e si dimostra molto disponibile al punto che mi invita addirittura a partecipare, assieme ad un suo amico (Silvano) al giro di ricognizione fissato per sabato 27 giugno.

Al bar di Caccamo arrivo ben prima delle 10:00 (orario previsto per l'appuntamento); gli scossoni sul manubrio del Basic che il deleterio fondo stradale delle arterie regionali umbre trasmettono, hanno di  fatto allentato l'attacco del navigatore; cerco di aggiustarlo tirando leggermente più le viti di fissaggio ma ... Stac !!!, l'alluminio dell'attacco si rompe e mi ritrovo con lo zumo quasi a penzoloni.

Inizia così la mia avventura sulle strade On-Off dei Sibillini; non certo il miglior modo di presentarsi ad un appuntamento con appassionati motociclisti che non si conoscono.

Nel frattempo, visto l'anticipo, profitto di una ferramenta posta davanti al parcheggio del bar e con del filo di ferro riesco ad assicurare alla meglio il tutto sul manubrio.
La giornata però prevede parecchi scossoni ed allora Silvano, l'amico di Gianluca mi procura una fascetta da elettricista e fissiamo in maniera ottimale la basetta dello zumo.
Lo stesso apparecchio, che avevo portato per registrare la traccia del percorso, lo ha nella sua GS bialbero Silvano; si offre di montarlo al posto del suo e questo mi permette di avere la traccia di dove transiteremo: alla fine della giornata avrò l'intero percorso memorizzato !!!
Beh un grande ed inaspettato regalo, non c'è che dire.

Un doveroso caffè offerto ai 2 "compari" di avventura al bar di Caccamo prima della partenza scandisce meglio la nostra fresca conoscenza; mi appaiono 2 tipi normali, gentili e sopratutto disponibili nel mettermi a mio agio abbattendo pian piano la barriera della timidezza o meglio della riservatezza.
Per conto mio, come in tutte le occasioni quando si va in moto con persone sconosciute, non nascondo un certo "timore" per paura di non essere all'altezza o magari di essere diciamo "d'impiccio", non in questo caso: Gianliuca e Silvano mi confermano subito che se voglio scattare qualche foto mi indicheranno loro dei punti panoramici ma che posso comunque fermarmi quando voglio, loro mi aspetteranno; del resto questo è si un giro di ricognizione ma anche una passeggiata.

Mi assegnano la posizione centrale, davanti ho Gianluca che apre la strada e dietro ho Silvano, la sensazione di protezione è massima e con la "fidata" Basic inizia l'avventura: sono emozionato, è quasi un anno che non metto le ruote fuori dall'asfalto.

Dal Bar di Caccamo  puntiamo l'abitato di Pievefavera e dopo poco, in salita, inizia la prima strada bianca che taglia il monte con rampe in dolce pendenza e curve abbastanza ampie, da li a poco siamo sopra al lago di Borgiano che alle nostre spalle "macchia" di verdastro la nostra vista; qualche scatto e via avanti dove un breve tratto in discesa, leggermente più impegnativo, ci conduce sino all'abitato di Fiegni che già conosco grazie all'amico Romualdo.



Scendiamo verso il lago di Fiastra ed al belvedere (un terrazzo panoramico naturale) ci fermiamo pochi momenti per la vista superba che offe il panorama.
Non fotografo il panorama perché ne ho già parecchie e non voglio far perdere tempo a Gianluca e Silvano che sono qua per verificare la fattibilità del percorso mentre per me è solo una gita di piacere.

Ben preso risaliamo la sponda nord del lago ed arriviamo al paese di Fiastra dove i "compari" si gustano una sigaretta ed io approfitto per parlare di me e quindi dire chi sono e che storia porto con me.
Giorgio, Regina, Paolo, il Basic ... un fiume in piena tracima fatti ed accadimenti che escono naturali quasi come liberazione, è sempre così quando penso alle moto: Giorgio è prima di tutto e tutti.

Ripartiamo stavolta in direzione Fargno, il mio "obiettivo", da Fiastra; aggiriamo la piccola chiesina al centro del borgo e poco dopo, in salita, una svolta a sinistra ci fa imboccare una strada bianca che nel tratto iniziale presenta delle curve accentuate tipo tornanti aperti che risalgono la montagna.
Ben presto il panorama si fa emozionante: a Nord-Est l'azzurro del lago di Fiastra ruba la scena all'intorno; a Sud-Ovest invece il profilo del monte Rotondo domina la scena: le visuali sono sublimi.



Continuiamo e nei tratti in piano molte le buche; in una, che occupa tutta la sede stradale, troviamo parecchia acqua, un vero e proprio guado, Gianluca la prende deciso e schizza tutta la moto, io procedo più lentamente  e mi sporco in maniera più "umana".

Ancora avanti, breccione smosso, rocce affioranti, solchi e canali che l'acqua piovana scava nel suo ruscellamento indisciplinato  a valle sono il terreno dove mettiamo le ruote, oggi è asciutto e si va a polvere ma è una polvere "salutare ed emozionante".

Arriviamo all'incrocio della strada che sale da Casali di Ussita e svoltiamo a sinistra, siamo nell'ultimo tratto del Fargno ed il "traffico" si fa più intenso: quad, biciclette, auto fuoristrada, insomma c'è gente a giro.
Saliamo con cautela, la montagna anche quando le vie di accesso sembrano "facili" va sempre rispettata, a valle sulla nostra destra una pendenza vertiginosa sprofonda a Casali: siamo sopra i tetti del piccolo caseggiato e l'altezza è impressionante; da paura vera.

Frontale il massiccio del monte Bove Nord è impressionate per l'asprezza ed a sinistra guardando il monte si apre la selvaggia Valle del Panico che culmina in cima con la cresta del monte Bove Sud.



Il panorama è incantevole ed una volta arrivati al rifugio del Fargno l'attenzione si sposta dapprima verso Pizzo Berro e poi verso il canalone direzione Pintura di Bolognola che sarà la nostra uscita. 
Impressionante è il taglio sulla parete rocciosa del monte Amandola che la strada segna: sembra una riga disegnata con la squadra su una tavola da disegno, talmente è perfetta.

Silvano subito si appresta a prenotare un tavolo per una, direi meritata, sosta spuntino mentre io sono estasiato dal panorama; foto e qualche posa con  Gianluca e lo stesso Silvano "rubano" il tempo di attesa.



Ci gustiamo un bel piatto di penne alle erbe aromatiche (eccellenti), un tagliere di salumi e formaggio, un bel pezzo di crostata a testa ed un caffè: un gran bel pranzo, forse anche troppo per quello che dobbiamo ancora fare.

Altre foto ed il "dispiacere" di lasciare così tanta bellezza che madre natura ha voluto donarci.

La discesa verso Pintura, pur non rappresentando grandi rischi, è senz'altro più difficoltosa; infatti il fondo stradale ha pietrisco ancora più smosso e con angoli taglienti, i sassi sembrano sanpietrini; inoltre in corrispondenza di una curva a gomito verso sinistra scendendo, una lingua di neve è ancora presente, seppur solo sul pendio adiacente la sede stradale ovvero la strada si presenta solo bagnata ma occorre comunque fare attenzione perché, stavolta alla ns. sinistra, lo strapiombo è senza ritorno. 

Al termine della strada bianca non mettiamo le ruote sul catrame che subito  a destra un'altra strada bianca costeggia dapprima la parte finale di una pista da sci con annessa stazione di risalita seggiovia e poi si butta giù in discesa via Garulla sino ad Amandola.

Anche questo tratto ha grosso modo le caratteristiche delle strade percorse sinora con la differenza che scorre molto nel sottobosco, infatti siamo scesi parecchio di quota.

Raggiunta Amandola svoltiamo a destra e costeggiamo via asfalto tutta la catena dei Sibillini: monte Amandola, monte Priora, monte Sibilla, monte Bove, monte Vettore; altre cime e pizzi con nomi svariati guardano il ns. scorrere gentile lungo il bel nastro asfaltato ricco di curve, ascese e discese dolci che accompagnano la comparsa di piccoli borghi che attraversiamo: Montefortino, Montemonaco e Montegallo i principali.

Arriviamo in discesa all'incrocio con la strada che sale alla piana di Castelluccio: Forca di Presta è la ns. porta di ingresso.
La piana è invasa da turisti, si intravedono da lontano 2 grosse distinte aree destinate al parcheggio veicoli e sparute auto ferme lungo l'unica strada che l'attraversa.
Gente "armata" di macchine fotografiche, telefonini e videocamere immortala la flebile fiorita che presenta un insolito giallo spento: quest' anno non sembra essere quello giusto ma ... mai dire mai.

Il ns. obiettivo però è un posto incantevole che la natura ha dipinto in uno scenario di altri tempi: I Pantani.  

Arriviamo a Forca Canapine ed all'incrocio per il punto più alto svoltiamo verso un impianto sciistico, ne costeggiamo la parte meno pendente e poi viriamo decisi a sinistra su un sentiero ghiaioso lungo circa un paio di Km. la strada finisce ed inizia una sterrata vietata, parcheggiamo le moto e fronte a noi: cavalli e bestiame radunati a gruppi; laghetti/pozze naturali che dipingono una vallata con pendici verdi rigogliose di erba fresca, ricco nutrimento per gli animali da allevamento presenti.



Sembra di essere in un altro mondo, il silenzio è rotto solo dal fastidio delle numerose mosche che svolazzano attorno al calore della moto; basta allontanarsi e la pace torna a contornare uno scenario unico: uno dei posti più belli mai visti.



Il pensiero corre verso ... volutamente spengo questo richiamo perché voglio dedicarlo tutto alla prossima uscita, quando in nottura ripeterò, stavolta con più numerosa compagnia, il percorso; mancano solo 6 giorni e le mie sensazioni possono aspettare, forse.

Al ritorno indietro ci fermiamo per gustare un buon caffè al rifugio Genziana, saltiamo così la sosta a Castelluccio che ci avrebbe fatto perdere molto più tempo considerata la gran quantità di persone presenti.

Attraversiamo quindi di nuovo la piana e Forca di Gualdo è la ns. uscita; proprio in questo tratto, sul piano piccolo, noto un piccolo campo colorato di azzurro, non è un colore intenso ma rapisce la vista in quanto inaspettato; informerò la sera il mio Amico Romualdo, solitamente sale da queste parti tutte le settimane, di dare un migliore sguardo ed una più attenta osservazione.

Scendiamo veloci a Castel Sant'Angelo sul Nera per affrontare l'ultimo tratto di fuoristrada che ci conduce a Visso; meta finale del percorso.

Oltrepassiamo lo sparuto caseggiato di Rapegna e Gianluca davanti si ferma: "Alla prima difficoltà si suona e decidiamo se continuare o meno" il messaggio è chiaro: il tratto è impegnativo o presunto tale ed altre volte, mi informano sia Gianluca che Silvano, è stato deciso di non percorrerlo nelle passate edizioni.
La notizia mi mette un attimo in "agitazione" ma confido nella Basic infaticabile passista con un sottocoppia ed un tiro da paura; Silvano forse si accorge del tutto ma mi dice di stare tranquillo che vado benissimo.
Seppur consapevole delle mie possibilità fa sempre piacere trovare conferma anche da altri.

Gianluca è davanti e qualche tratto in effetti è più difficoltoso di quanto affrontato oggi; ma niente di estremo, un pezzo in salita solcato in maniera pronunciata ed una grande pozzanghera sono le difficoltà maggiori.
Il sentiero aggira a mezza costa il monte  Cardosa e ci permette di  piombare su Visso.
In una curva vedo la strada catramata che congiunge Castel Sant'Angelo sul Nera a Visso: Dio mio quanto è in basso !!!!

La nostra strada però non si divide ancora, infatti è Pieve Torina il centro abitato dove lascio Gianluca e Silvano diretti verso la costa adriatica mentre io, via Fiume, Le Rote e Cofiorito scendo a Foligno per prendere SS75 "Centrale Umbra" e poi un breve tratto di E 45 che mi riporta alle19:00 a casa.


Saluto ovviamente i fantastici compagni di avventura ringraziandoli dell'opportunità avuta.

Fantastici perché poi le persone si giudicano con i fatti: alle 20:00 mi arriva un sms, è Gianluca che mi chiede se sono rientrato e tutto era ok; rispondo di si.
Credo che solo il pensiero, aldilà del gesto eseguito, sia più che sufficiente per poter affermare che oggi, sulla strada della mia vita, ho incontrato 2 belle persone.

In serata invio qualche foto a Silvano che le girerà a Gianluca, il tutto a suggello di una fantastica giornata.
Una di quelle giornate che ti ridanno vita: ti permettono di tornare indietro ma con gli occhi della maturità ed allora respiri di nuovo la spensieratezza giovanile ma vivi il tutto con maggiore intensità e sai cogliere meglio la vera essenza della passione.

L'intero post è dedicato a Gianluca e Silvano, con la certezza di far cosa gradita.





Grazie dell'attenzione e della paziente lettura, Oscar







lunedì 30 giugno 2014

Norge 2014 "The Only Return"


Affidare la Basic all'amico Paolo per portarla assieme a Regina sulla rupe.

Un viaggio sognato da tempo, unico ed irripetibile.

 Un Viaggio dove 2 amici cercano ancora dove trovare una spiegazione, un perché:






domenica 28 luglio 2013

Basic Over 2000 (Alp_Raid 2013)


Da tempo il desiderio di percorrere le sterrate militari della regione alpina, poste a cavallo fra la Francia ed il Piemonte, si era impadronito al punto di divenire un vero e proprio progetto di viaggio.
Una sortita da fare però assieme a qualcuno speciale: Paolo2145 Amico ormai consolidato di parecchie "avventure" motociclistiche e Giorgio immancabilmente sempre presente; una zingarata ristretta che ci faccia evadere dalla normalità quotidiana.
E' già dall'inverno che avevo chiesto all'amico di accompagnarmi in questa "avventura", avrei pensato a tutto io (percorsi, tempistiche, itinerari di riserva, situazione di transitabilità e sopratutto sterrate, etc...).
Paolo subito mi asseconda, del resto ogni volta che gli propongo qualcosa non si tira mai indietro, anche perchè si ricorda, in questo caso, che una ventina di anni addietro aveva percorso delle sterrate ma in mente aveva impresso solo il Sommeiller con le sue ultime 3 rampe in pietraia "bestiali".
Paolo avanza solo due richieste/desideri: fare base in Francia, che conosce abbastanza bene, specie nella zona della Costa Azzurra; ed il fatto di accettare da parte mia che se non se la sente si ferma, lasciandomi comunque libero di proseguire nella mia escursione.
Non conosco le strade, mai percorse, ma dai report letti via web non traspare chissà quale difficoltà e tranquillizzo l'Amico prendendo impegno che faremo quello che ci sentiremo in grado di fare.
La stagione fredda scorre, oltre che nel programmare la Scozia (eseguita a cavallo fra maggio e giugno) con mia moglie Marinella, nel prendere informazioni e quant'altro per buttare giù un vero progetto.
Per l'occasione interpello l'amico Alex Bellucci e grazie al suo contributo metto a punto quasi tutto, nell'imminenza della sortita invece mi avvalgo della collaborazione di un forumista di QdE (il franz disponibilissimo e gentilissimo); non lo conosco direttamente ma le notizie circa la transitabilità delle strade individuate che mi fornisce mi mettono in condizione di non avere "sorprese" ... almeno per le condizioni di transitabilità.
Per l'occasione sfoggio la "Preferita" ovvero la Basic in versione "Adventure Travel" (serba maggiorato, sella monoposto, unghia sul faro, valigie e sacca sul piccolo portapacchi ...); Paolo invece è su "Scottona" la bellissima F 800 GS in versione Trofeo.

E' così arriva in un lampo il giorno prescelto; lunedì 22 luglio 2013 esco dal lavoro al pomeriggio in leggero anticipo ed alle 16:45, dopo aver salutato i miei cari, sono in moto per dirigermi a casa di Paolo, a San Lazzaro di Savena (BO), dove l'indomani mattina saremmo partiti per il ns. Alp_Raid 2013.
La serata scorre al solito fra chiacchiere sulle nostre famiglie, sui progetti motoristici futuri e sull'immancabile pensiero a Giorgio ... che ogni volta ci troviamo sorge spontaneo; il titolo infatti ricorda bene il suo nick.


Martedì 23 Luglio 2013: Partiamo con il fresco alle 6:00 e dopo un veloce (con il Basic si fa per dire) trasferimento autostradale sino a Susa (TO) usciamo dalla economicamente "carissima" A32 per svoltare a sinistra verso Meana, punto di attacco dell'itinerario della prima giornata.
Dopo una lunga serie di tornanti stretti con fondo catramato iniziamo la sterrata del Colle delle Finestre, il fondo è compatto e non sono presenti difficoltà particolari, solo una gran polvere che ci accompagna sino sù in cima anche perchè, ci imbattiamo in un gruppo di francesi con vecchie auto "elaborate" per lo più Dyane, 2CV ed un paio di Maggiolino.
Su in cima troneggia un Ktm 1190 ADV versione R che rapisce subito il mio sguardo e la mia curiosità ...bellissima (penso subito a cosa potrei fare con una bestia simile al cospetto della mia piccola Basic che comunque non tradirei mai).

Visitiamo i resti del Forte posto su una piccola altura a destra con spalle alla Val di Susa; dall'altro lato la Valle del Chisone assolata si apre alla nostra vista curiosa che cerca di individuare l'attacco dell'Assietta.

Trovato,  indico a Paolo il punto e dopo le foto di rito siamo già in sella desiderosi di salire in vetta.

Anche l'Assietta non presenta difficoltà particolari, il fondo è abbastanza regolare ma molto polveroso, la strada sale con leggera e costante pendenza a mezza costa sul pendio; il cartello all'inizio riporta il divieto di transito, nel periodo estivo, per i giorni di mercoledì e sabato.
Ci troviamo in cima al passo in poco tempo ed oltre le foto profittiamo per la sosta pranzo che consiste in un panino acquistato precedentemente a Chiomonte.
Arrivano vari  motociclisti ed altre auto, sembra quasi che ci siamo dati tutti appuntamento: dove giro lo sguardo vedo gente mangiare !!!

La vista è spettacolare così come il silenzio lungo la strada che ci porta più ad ovest verso il gran bosco di Salbertrand, lo scorriamo a sinistra ed al bivio scendiamo a Sauze d'Oulx dove rimetto benzina alla moto che nel frattempo è entrata in riserva.

Torniamo indietro e risaliamo in mezzo al bosco sino ad un bar, precedentemente adocchiato,  per una pausa gelato; siamo a Sportinia proprio sugli impianti da sci dell'omonima frazione facente parte del comprensorio della Via Lattea (lo conosco bene essendoci stato in inverno a sciare varie volte).
Riscendiamo, una volta tornati di nuovo sulla strada dell'Assietta, a Setriere passando per il Col Basset, letteralmente sopra Borgata, e via strada catramata sino Cesana; da quì tramite il Mongenevre entriamo in Francia per far base a Briancon dove l'Hotel Cristol ci riserva una semplice ma graziosa camera.

Serata di chiacchiere con le impressioni sui panorami (bellissimi) e su come mantenere una discerta posizione in sella che consenta di non subire troppo le ovvie sconnessioni che il fondo stradale presenta.
Ceniamo in un localino all'interno del bellissimo centro storico cittadino, vicino la chiesa principale, che ambedue, seppur con esperienze diverse, conoscevano già; decidiamo sul programma del giorno successivo: Sommeiller.


Mercoledì 24 Luglio 2013: Dopo esserci ben colazionati alle 8:30 inforchiamo le moto e via verso Bardonechia via Col de Echelle che a quota m 1730 consente di superare un monte fittamente boscato per catapultarci verso una più impervia discesa diretta a Matezei e quindi a Bardonecchia; molto bella la strada ed un passo ulteriore da aggiungere alla già ricca "collezione".
A Bardonecchia acquistiamo il previsto panino e saliamo (passando vicinissimi all'imbocco del traforo del Frejus) a Rochemolles tramite una ripida e stretta strada catramata; al bivio per il centro del borgo diritti inizia la sterrata, quella più "difficoltosa" a detta degli interpellati ma non per questo non fattibile.
Il primo tratto sale in mezzo al bosco sino ad un invaso artificiale che scorriamo alla ns. sinistra leggermente a quota più elevata, la strada andando avanti riscende leggermente ed all'inizio del laghetto la vegetazione lascia posto al prato.
Svoltiamo a sinistra e percorro tutto il sentiero che si fa sempre più stretto sino quasi al coronamento in cls. armato della diga; giro la Basic nel punto che consente la manovra  e mi fermo a scattare foto e godermi il panorama. Più a monte altra sosta stavolta con Paolo che si era nel frattempo fermato.
Ma la voglia di salire è tanta e non ci attardiamo più di tanto; raggiungiamo presto il bivio per il rifugio Scarfiotti e con lo sguardo puntiamo la cascata posta alle spalle della costruzione, sarà il luogo della ns. pausa pranzo una volta riscesi dalla cima o meglio da dove potremmo arrivare; infatti grazie al "il franz " che in precedenza mi aveva documentato con foto la situazione, sapevo già che la neve mi bloccherà a poche centinaia di metri dall'arrivo sul piazzalone finale.

L'inizio dell'ascesa presenta un fondo poco sconnesso con qualche pietra quà e là evitabilissime; la strada presenta tornanti stretti con brevi rampe di raccordo, la pendenza non è eccessiva ma la parete è ripida ed in poco tempo siamo praticamente sul tetto del rifugio a quota vertiginosa.
Ogni tanto mi accosto con rispetto al bordo strada e scatto foto alle viste che più mi aggradano.
Si arriva poi ad un piano dove troviamo fermo in contemplazione un giovane ragazzo con un Ktm racing 2T (facile nè); la ns. andatura è bradipa, ho dietro Paolo e non voglio staccarlo più di 1, max 2 tornanti; insomma lo voglio tenere a vista.
La voglia di spingere è tanta ma la ragione prevale, uscire dalla sede stradale significa farsi molto male e soprattutto lasciare e/o perdere la moto, ed allora tranquillo in seconda sottocoppia che la Basic pur borbottando lentamente riesce ancora ad erogare.

A quota m 2700 circa, dopo un improbabile tratto che presenta del catrame (forse messo a scopo sperimentale) il fondo stradale si fà più tosto, una pietraia di media difficoltà fa desistere Paolo solo per il fatto di doverla ripercorrere a scendere.
Mi invita a salire e non mi faccio tanto pregare, parto deciso ed affronto la rampa, la Basic soffre la poca escursione delle sospensioni ma il gran tiro consente di superare gli ostacoli sfruttando l'enorme sottocoppia del boxer; 3/4 tornanti e trovo 3 moto di altrettanti ragazzi tedeschi ferme, un manto bello spesso di neve che stimo in mezzo metro ostruisce il passaggio ... fermi a quota m 2830 proprio come nelle foto de il franz anzi nello stesso punto.
Non la prendo male, del resto lo sapevo ma certo, rimanere a pochissima strada dalla cima ... un pochino "rode" sempre perchè ti viene a mancare la "conquista" che sorniona nell'animo è sempre pronta a scattare.

Dopo aver fotografato il tutto e scambiato 4 chiacchiere in un inglese approssimativo ho la conferma, da parte loro, che il Jafferau non presenta difficoltà particolari, solo dell'acqua nel buio pesto della galleria; riscendo da Paolo che nel frattempo si era gustato il panorama e riprendiamo a scendere.
Giunti di nuovo al rifugio Scarfiotti parcheggiamo le moto ed a piedi raggiungiamo la cascata per il ns. meritato pic-nic.

Il vapore acqueo che la violenza della caduta imprime al corso d'acqua è notevole, dobbiamo sederci leggermente più a valle se non vogliamo bagnarci.
Un'oretta di sosta delle più belle vissute, in solitudine con il mio migliore Amico, il respiro di un'aria incontaminata, fresca, pulita ed il silenzio rotto solo dall'acqua.

Rientriamo al parcheggio dopo averci gustato un bel dolcetto ed un caffè al rifugio.

La giornata è ancora lunga ed il programma, in considerazione che il Sommeiller non impegnava tutto il giorno, ci porta verso Sud-Est, nella Valle Argentera; trasferimento veloce sulla vecchia statale avviene con un bel sole che nel frattempo si fa largo in cielo.
La sterrata scorre risalendo a destra il corso di un torrente, nelle zone più aperte della valle del ghiaione di fiume la fa da padrone ma subito dopo il bosco riprende la scena.
Un campeggio e qualche area parcheggio e si arriva ad un ponticello con 2 possibilità; esiste infatti un anello che riporta al ponte stesso.
Scegliamo la via di destra ma Paolo non se la sente di proseguire, allora ci accordiamo che farò l'anello da solo mentre lui mi aspetterà all'ombra.
Salgo ed il primo tratto seppur breve è impegnativo, infatti sassi smossi fanno sbacchettare la moto a destra e sinistra poi la strada perde ripidità e la salita è più semplice e facile; si arriva ad uno slargo con un ponte in cemento e prendo la strada che a mezza costa aggira il monte per tornare poi al punto di partenza nell'altro versante.
Trovo un filo che delimita un area riservata al bestiame, lo allento e passo la moto a spinta, lo rimetto a posto e continuo a salire.
Qualche tornante in terra battuta, con ai lati una mandria di bovini intenti a pascolare, non di semplicissima percorrenza, data la presenza di solchi che il ruscellamento dell'acqua piovana, e presto sono quasi in cima; mi si para davanti un piccolo spiazzo che anticipa una masseria e sopratutto un divieto d'accesso; la strada è sbarrata con un puntone in legno che rimuovo e come in precedenza; passata la moto rimetto a posto; superato l'angolo della masseria noto una Bultaco da motoalpinismo anni '70; mi fermo e vedo una porta aperta al piano terra, un colpo di clacson e si affaccia un signore anziano; gli chiedo di poter passare ma non me lo consente; anzi, abbastanza contrariato, mi fa capire di non essere il benvenuto.
Nessun problema retrocedo e torno indietro dopo solo 6 Km. dal punto in cui avevo lasciato Paolo, il quale mi aspettava a sinistra del torrente mentre invece gli sbuco a destra spiazzando la sua intenzione di riprendermi con la fotocamera, pazienza oggi giornata così.
Dopo aver verificato l'orario ed il programma decidiamo di fare dell'asfalto per far divertire e meglio respirare anche le moto ed allora sù al Col du Granon (quota 2413 m); la salita parte da Chantemerle, posta lungo la strada per il Lautaret in concomitanza alla partenza principale degli impianti di Serre Chevalier; il pendio è sul lato destro della vallata e la strada sale ripida e decisa.
In cima si apre l'altro versante che si potrebbe riscendere tramite una sterrata di 11 km. ma non è percorribile, vige infatti il divieto di transito anche ai pedoni, eccetto gli autorizzati dal comando  militare francese; praticamente nessun turista.
Peccato poteva essere un'ottima alternativa e mi spiace non poco non poterla percorrere, ripiego su un più breve ma bellissimo sentiero sassoso che avevo intravisto a salire; all'altezza di uno degli ultimi tornanti, riscendendo,  svolto  a destra e la traccia punta a mezza costa rettilinea, seguo il profilo del monte e ad un tratto molte marmotte fuggono al mio arrivo, alcune più "coraggiose" si fermano a debita distanza e di profilo sembrano non curanti della mia presenza, ma basta fare un altro metro che spariscono nella tana.
Bellissima la vista frontale alle piste da sci di Serre Chevalier con il sole che nel frattempo si è abbassato.

La sera a Briancon altra chiacchierata sul programma e decidiamo, nostro malgrado, di andare al Parpaillon, solo il venerdì capiremo l'errore. La cena stavolta avviene fuori il centro storico, vicini all'albergo; Paolo infatti la mattina scendendo dal Sommeiller ha appoggiato la moto a terra quasi da fermo ed ha sforzato la caviglia, il timore è che la botta determini qualche impedimento ed allora non vogliamo che la sforzi più di tanto camminando.
Pur essendo over 60 ha ancora una tempra giovane e la mattina seguente è di nuovo in forma ... Satanasso !


Giovedì 25 Luglio 2013:  Paolo è arzillo e scherzoso al risveglio; è il segnale che sta bene e che nessun problema particolare la caduta ha determinato.
Stavolta abbiamo del bel trasferimento su asfalto per raggiungere dapprima Guillestre, poi dopo il Col de Vars a quota m 2111, poi La Condamine, punto di attacco al Col du Parpaillon ed al suo "mitico" Tunnel.
In precedenza in un paesino che ora mi sfugge il nome rifornimento carburante (che belli i prezzi francesi di gran lunga inferiori a quelli italiani) ed acquisto dell'ormai pranzo di ordinanza (stavolta baguette con formaggio e prosciutto) da gustarsi in quota con acqua di fontana (numerose lungo le strade percorse).
Anche questa sterrata non presenta difficoltà particolari con un primo tratto che parte in corrispondenza di una chiesina piccola con annessa limitrofa fontana; attraversa un bel bosco sino ad un piano a prato con masseria sovrastante.
Si attraversa un ponte e la strada si fà pietrosa con il ciottolato originario di base ben visibile; panorami mozzafiato e scenario incantevole, tantissime marmotte, nessun altro tranne noi e le nostre moto; un ascesa bellissima sino ai m 2637 dell'imbocco del Tunnel dove invece troviamo una chiassosa ma sopratutto simpatica comitiva slovena che con le loro grosse auto fuoristrada hanno occupato quasi tutto lo spiazzo; sosta veloce per foto ricordo (grazie anche ad una bionda signora slovena), richiesta informazioni sulle condizioni del fondo stradale nel tunnel (belle pozze piene di acqua) e via dall'altra parte alla ricerca di tranquillità.
Il tunnel lungo circa m 500 ha la caratteristica di essere a schiena d'asino (quota al centro m 2745), tuttavia percorsi pochi metri si riesce ad intravedere l'uscita; all'interno è buio pesto e il faro della Basic poco può aiutarmi, non vedo bene tuttavia riesco a comprendere dove le pozze sono più alte ed avanzo zig-zagando sapendo che non c'è ghiaccio all'interno; contrariamente è consigliabile stare sempre ai lati dove fanno traccia le grosse ruote dei fuoristrada magari aiutandosi zampettando.
Poco prima di uscire fotografo dietro per ricordarmi bene le condizioni di visibilità.
All'uscita troviamo solo il bagliore del sole che riflette su una lastra nevosa a destra dello spiazzo deserto: è tutto per noi.
Anche in questa circostanza ci godiamo il tutto nell'assoluto silenzio ed è bello contemplare le meraviglie della natura ascoltato la loro silenziosa voce.

Riprendiamo a scendere anche perchè oggi il programma è intenso, infatti abbiamo da fare altri Km. di sterrata sino alla frazione di Vars, ovvero taglieremo di nuovo il monte a mezza costa.
Scendiamo quindi ad Embrun ma prima di entrare in paese svoltiamo di nuovo a destra verso Crevoux, una sterrata da favola taglia a mezza costa un rigoglioso bosco che ns. malgrado non è sfuggito ai taglialegna; tuttavia il disboscamento non è stato molto invasivo ovvero non ci sono zone desertificate ma solo uno sfoltimento che non toglie il fresco dell'ombra; è quì che godiamo della pausa pranzo.
La strada è un piacere continuo con fondi che si alternano, terra battuta, pietraia, sottobosco, ghiaino, insomma il meglio che si possa desiderare; la pendenza mai eccessiva consente una guida rilassata pur in presenza di strada comunque sconnessa; numerose le scanalature trasversali a regimentare l'acqua piovana.
Si arriva dopo un lungo itinerario alle piste da sci della stazione di Risoul; il Pic de Chabrieres con i suoi 2727 m di altezza protegge le nostre spalle mentre frontalmente si apre alla ns. vista la splendida vallata.
Proseguiamo sulla sterrata per raggiungere Vars, dove eravamo transitati la mattina, ma poco prima della frazione la strada è chiusa, retrocediamo e scendiamo per il ns. consueto gelato a Sainte Marie dove invero l'intenzione era quella di risalire una volta risbucati sulla Ruote des Grandes Alpes.

Avevo studiato un itinerario che non ci dovesse far ripercorrere, seppur in senso contrario, molta della strada di trasferimento del mattino: Eygliers segna la svolta a sinistra, lasciamo infatti la Ruote des Grandes Alpes e risaliamo la vallata tramite una più confacente e goduriosa strada provinciale che a tratti si inerpica sulle pareti rocciose del Tete de Vautisse che con i suoi 3156 m di altezza fronteggia il Parc du Queyras.
La vista sul sottostante torrente Durance, che solca la vallata, è spettacolare, un colore cobalto che contrasta con i bianchi ciottoli del letto del fiume.
Rietriamo felici e contenti a Briancon non prima però di aver allungato ulteriormente la giornata di nuovo al Col de Echelle che rivediamo con grosso piacere tanto è piaciuto il luogo; ingordi !!!

La sera, come al solito, scorre dopo aver salutato e rincuorato sulle ns. condizioni i rispettivi familiari e termina con le impressioni sulla giornata che è indubbio essere stata la migliore sinora; il percorso odierno è risultato vario, gradevole, un condensato di On-Off di alta qualità. L'ndomani poi ci aspetta o meglio ci aspettava il Jafferau e l'adrenalina era salita parecchio.


Venerdì 26 Luglio 2013: Al bivio per Moncellier, lungo la statale 24 "Bardonecchia-Torino" direzione sud, è un semaforo di un'impresa di lavori stradali che scandisce il ns. attacco allo sterrato; sopra infatti a 2 ampi tornanti dopo l'abitato di Salbertrand la strada si alza dalla vallata come a voler spingere l'intrepido mototurista verso le alture del Jafferau.
Partiti fieri e vogliosi dalla ns. base logistica di Briancon, arriviamo ben presto all'ombra delle pendici che racchiudono la Val di Susa; un'occhiata a Paolo ed un cenno che quella era la minuscola stradina verso l'ultima tappa, lasciata appunto per la fine dell'avventura per il solo gusto della Galleria dei Saraceni.
Nei giorni addietro il franz mi aveva documentato circa un'ordinanza di chiusura al traffico dal Km. 13 al 14 della strada ma come un normale italiano mai avrei pensato che ...
Inizia la sterrata e raccomando a Paolo di stare verso monte, comunque con il corpo sempre ben bilanciato sulla moto, morbido e mai rigido; in piedi sulle pedane e sguardo avanti almeno 10/15 m dalla ruota anteriore per anticipare la traiettoria in vista di ostacoli improvvisi; e per ultimo salire tranquillo e costante.
La sterrata non presenta difficoltà se non precipizi in corrispondenza a passaggi comunque "semplici"; arriviamo ad un torrente le briglie in cemento rallentano la velocità dell'acqua ma lo rendono ancor più fragorosa nella sua corsa a valle; poi ancora una cortissima galleria che sorregge uno sperone di roccia la cui copertura è percorsa dall'acqua che il gran intriso delle abbondanti precipitazioni fa defluire a valle come una sorgiva.
Andiamo avanti e sul pianoro del bivio per il forte Pramad senza esitazione svoltiamo a sinistra appunto per la prima visita, il sentiero si fa più stretto e suggestivo, Salbertrand è ai ns. piedi giù per la vallata; ad un secco tornante a destra la strada da pianeggiante si alza piano ma presenta radici e grosse pietre che fanno desistere Paolo, pazienza, salgo su da solo e dopo poche centinaia di metri ecco il forte, parcheggio e visito i resti dell'edificio militare. Incontro due turisti che risalgono a piedi un sentiero, saluto e torno indietro.
Giù al pianoro tiriamo dritti verso la Galleria dei Saraceni ma sull'angolo sinistro della piana, dove riprende la strada del Jafferau una sbarra con lucchetto da serranda chiude l'accesso con tanto di cartello di divieto anche pedonale, all'inizio dell'ascesa avevo già visto altri cartelli che anticipavano il tutto ma non potevo immaginare che era proprio sbarrato.
Troviamo poi 3 militari che avevano curato personalmente la chiusura  il giorno prima, il cemento che sorregge la sbarra è fresco ed erano saliti per un controllo visto che l'ordinanza era stata ripetutamente disattesa.
Ci riferiscono che la chiusura dovrebbe essere temporanea ma a tempo indeterminato e ci informano che comunque da Bardonecchia è possibile salire sino al Forte Jafferau.
Ho anche pensato di chieder se erano disposti ad aprirmi ma le regole militari sono rigide e non si possono discutere; sicuramente non avrebbero acconsentito tale richiesta; quindi ringraziamo e salutiamo; peccato la ciliegina sulla torta svanisce di colpo solo per averla lasciata dopo avere mangiato la fetta di torta !!!
Decidiamo che sarà l'occasione per ritornare più avanti oppure il prossimo anno; del resto vivere con questo conto in sospeso è fascinoso per certi versi.

Riscendiamo "delusi" ma anche convinti che salderemo in futuro il conto e sicuramente assieme al Sommeiller che per poche centinaia di metri non ci ha regalato la sommità; il programma odierno subisce un cambiamento completo, elimina del tutto lo sterrato perchè salire da Bardonecchia avrebbe reso la cosa incompleta; vogliamo infatti avere credito con la zona.

Col d'Izoard e Col d'Agnel riempono la giornata sin'anche una sterrata (non poteva mancare) a scendere sulla riva sinistra di un torrente che imbocchiamo tramite un ponticello da sopra Fontgillarde sino al segnale di divieto di accesso posto più a valle che ci "consiglia" di riprendere la statale.

L'ultima sera ci abbandoniamo ad una prelibatezza tipica locale; la scelta cade sulla Raclette, mezza forma di formaggio che opportunamente scaldata con un apposito strumento a corrente elettrica, fonde; con una paletta apposita si raschia la superficie sciolta e viene mangiato con patate cotte al cartoccio, affettati di vario tipo, sottaceti, cetrioli oltre che all'immancabile salade; un piatto ben "guadagnato".
La sera si chiude con una passeggiata per le vie del centro storico cittadino, accordi sull'orario di partenza e sull'itinerario di ritorno del giorno seguente che a questo punto sarà il più semplice possibile.

Bella questa 1à edizione dell'Alp_Raid 2013 come bella ed unica è l'Amicizia di Paolo e Giorgio.


Partecipanti:
Caino su  R 80 GS Basic
Paolo2145 su F 800 GS Trofeo
Alp3225 (Giorgio) ... Our Heart

Sistemazione logistica:
Hotel Cristol, Briancon (F)

Km. percorsi:
2233 (da PG), 1773 (da BO) di cui 216 su sterrate

Petrol Basic lt. 130,97

Project by Caino © 2013
Advice Alex Bellucci
News  il franz (QdE forum)




E dopo tanto raccontare ecco la  FotoGallery 


25/07/2013 - Tunnel del Parpaillon (2637 s.l.m.)

... e per finire un piccolo Video


lunedì 25 marzo 2013

Motoviaggiatori con la Basic


Un neonato forum (Motoviaggiatori) ha dato vita ad un incontro fra appassionati mototuristi di estrazione e provenienza diversa in questo nostro continuo e perpetuo girellare sul web.

Vista la location della manifestazione approfitto per un percorso di avvicinamento particolare, sono con me anche 3 amici da Bologna con i quali ormai è forte il legame; abbiamo infatti girato spesso insieme e devo la loro conoscenza proprio al web.

L'appuntamento è per le 9:30 a Colle Val d'Elsa Sud di sabato 23 marzo 2013; tutti puntuali iniziamo il ns. avvicinamento, prima tappa Volterra con sosta caffè di ordinanza.

Da qui in avanti il giro assume un sapore particolare e fortemente sentito da tutti; siamo infatti diretti alla Strada dei 4 Comuni nei pressi di Sassa; più precisamente al voc. Faltona.

Una insignificante tratto in pianura che compie una leggera curvatura verso destra, un bivio oggi divenuto maledetto; una croce sulla banchina con dei fiori come tante purtroppo lungo le strade.

Questa croce non è sconosciuta, è la croce del malessere che mi imprigiona ormai per sempre, il mio ergastolo del dolore.

Giorgio avrebbe al sicuro partecipato all'incontro; quel suo scrivere verde su fondo nero proprio come il nero del fondo del forum che ci vede radunati; sulla mia fantasia si dipingono parole, quelle che mi mancano tremendamente.

Una rosa bianca posata sulla croce, un momento di raccoglimento e l'incredulità circa la dinamica che ancora una volta non mi sò spiegare.


Proseguiamo lungo strade scoperte per caso, conosciute solo a causa della immane tragedia che mi fa perigrinare di tanto in tanto verso le tue strade; proteggimi Giorgio, fallo sempre.

Arriviamo al guado promesso agli amici, schizzi, acqua, foto e la soddisfazione per Maria che vince la titubanza iniziale e supera di slancio "l'ostacolo".

Anche la sosta pranzo ha un suo perchè: 04 aprile 2008 Motoadunanza di altro forum, ho conosciuto Giorgio da poche ore, all'incrocio in cui sorge la locanda nei pressi di Massa Marittima è prevista una sosta di riordino del gruppo che si era sgranato per le foto lungo le strade delle colline metallifere, le stesse che il buon Andrea ha mostrato ad altri partecipanti al raduno.

Parlo con Giorgio di pneumatici e di altre cose di moto; a distanza di 5 anni ricordo perfettamente tutte le sue parole che non sento più ma che hanno scavato un solco indelebile nella mia memoria.

La vita va avanti ma non ti dimenticherò mai mio caro ed amato Giorgio.


Arriviamo all'Agriturismo di Roselle nel pieno del pranzo di alcuni partecipanti per il raduno da dividere con persone nuove e con quel clima di curiosità della prima occasione.

Caino



domenica 17 febbraio 2013

Basic Off

Ho sempre sentito dire che l'istinto è duro a morire, magari viene represso inconsapevolmente, magari invece a ragion veduta; magari però ti accorgi, alla soglia dei 50 anni, che "improvvisamente" si riaccende nel tuo cuore una passione mai sopita.



Davanti una F 800 GS gommata Karoo, poco dietro o meglio quasi al suo fianco una più specialistica Husky 500 cc. 4T; seguo io con il Basic a dietro Alberto con una moto sorella della mia; ancor più dietro altri con le GS 1200; lasciamo andare i due davanti, tirano su sassi a volontà; poco dopo appena appaiati un cenno ed apriamo come ragazzi.
Il boxer suona la sua carica che è un piacere,  l'allungo seppur garbato non trova fine, arriviamo ben presto in coppia dentro la curva a gomito in salita che ci conduce alla croce di Monte Pale; in cima lo spiazzo innevato del ripetitore e la croce, oltre il vuoto.

Siamo sul crinale del monte che sovrasta Pale, una minuscola frazione folignate; lo spettacolo delle mie sensazioni ha inizio proprio da quì.

Nella mia mente le immagini del Fantic Caballero 50 cc Regolarità Casa, il KTM GS 125 e poi ancora il 250 sino alla Yamaha WR 250 l'ultima mia moto da enduro vero; era il 1994 quando me ne sono separato, quasi 20 anni fà.

Oggi ho tanto desiderato tornare indietro, oggi ho tanto desiderato avere la mia Yamaha ...

La strada si fà più difficoltosa della semplice strada bianca, un tratto campestre  e pieno di sassi smossi in salita reca solchi, scalini e grosse pietre da evitare; è abbastanza impegnativo ma la Basic sale garbata sottocoppia e tira, tira, tira che è uno spasso. 

In cima la compiacenza di Alberto e la gratifica degli altri 2 compari sono il giusto premio per una gran bella giornata.

Inutile nascondersi e resistere, l'Off ... il  mio mondo.




















domenica 27 gennaio 2013

Basic Catria

Preferita stavolta andiamo al gelo del Catria per il consueto raduno di fine gennaio. 






Il terrazzo di Frontone è sempre uno spettacolo con la vista sul monte e mi premeva fartelo conoscere; oggi poi con questi colori. 





Preferita mia compagna fidata, è tanto freddo ma sai sempre scaldare il mio cuore; stavolta, al ritorno, lungo un sentiero nel bosco da poco tagliato. Lo imbocchi senza esitare e sulla piazzola posi per me. 



Lamps dalla Preferita ed ... alla prossima !!!